Dall’amico Simon veniamo a sapere di una grotta su un piccolo altipiano vicino a Buie. Mai stati. Mai sentita nominare. Controllando diverse fonti, niente di niente. Non ce n’è traccia… La cosa si fa intrigante. Pervasi da un senso d’eccitazione che nessuno osa ammettere, decidiamo di andare a vedere e dopo u paio di giorni eccoci qua.

La zona è fantastica: vegetazione bassa, carso, muretti di pietra calcarea e una vista su Buie da una prospettiva diversa dalla solita. Dopo una ventina di minuti e con l’aiuto di Simon arriviamo alla bocca della grotta. Promette bene. L’entrata misura 7,5 m x 3 m e per guadagnarla bisogna farsi strada tra fitta sterpaglia. Puliamo il minimo necessario, armiamo e giù… dodici metri di discesa. In fondo il teschio di un cervo, forse vittima di una caduta imprevista, ma nessuna traccia umana. Non una firma audace sulle pareti, niente immondizia.

Vuoi vedere che qui non c’è stato mai nessuno? La grotta continua verso ovest dove si apre un piccolo cunicolo ad un metro e mezzo d’altezza. Controlliamo… e continua. Nuova verticale. Scendiamo e a differenza dell’ambiente a cielo aperto sotto il primo pozzo dove si può notare il forte impatto dell’acqua nella creazione di questa cavità che probabilmente in ere passate è nata come inghiottitoio ma poi, attraverso i cambiamenti geologici, ha acquistato una natura diversa, qui, sotto il secondo pozzo tutto è calma, tutto è concrezionato e le gambe, una volta a terra, poggiano su massi di crollo.

Wow… Nei suoi 59 m di lunghezza e 29 di profondità questa vecchia signora ci offre due ambienti così diversi, dai caratteri contrapposti ma complementari, a testimonianza del mutamento nell’inesorabile trascorrere del tempo.

Scritto da Jasmina e Paride